Margherita Dolcevita
Margherita Dolcevita è il mio primo libro di Stefano Benni, ed è stata una piacevole scoperta. Non ho apprezzato il finale, per me un po’ confusionario e troppo slegato alla resto del romanzo. E’ come se fosse arrivato alla conclusione in modo troppo precipitoso. Forse, eventi tanto drammatici, avrebbero meritato una preparazione più accurata ed approfondita.
Ma creare un personaggio come Margherita, con una visione del mondo al contempo tanto naif e cinica, è comunque un grande merito.
Un esempio? Ecco una esplicativa citazione da Margherita Dolcevita:
“Infatti rivendico il diritto di ognuno, specialmente delle fanciulle fantasiose come me, a chiamare le cose non soltanto con il nome del vocabolario, ma anche del quello del vocabolatro, cioè con un nome inventato e scelto.”
Una bambina? Una donna sotto mentite spoglie? Forse una bambina troppo ribelle e insieme una ragazza troppo sognatrice. Innamorata della vita e senza nessuna paura ad essere ciò che realmente è, senza sovrastrutture false e ingannatrici. E’ un personaggio vero nella sua irrealtà. Le piace scrivere poesie brutte e inizi di racconti che non esistono. E ti innamora!
Così come è impossibile non affezionarsi al nonno Giacinto che, convinto della concreta possibilità di morire avvelenato, si somministra regolarmente detersivi e cibi scaduti per rendersi immune. Così concretamente surreale!
Alla fine il libro è una perfetta ed accurata satira della società moderna, come Benni sa fare molto bene e spesso ci ha dimostrato. Un libro contemporaneo che racchiude una punta di cinico sarcasmo e un amore per le persone (più che per la tecnologia alienate). Rispetto agli altri suoi libri è un po’ più cupo del solito, con troppi punti in sospeso.
Mi son sempre piaciuti i finali non ben definiti e netti, quelli che lasciano in sospeso delle domande che ti spingono a riflettere. Questo forse lascia in sospeso domande sbagliate: legate più alla trama che non al sé. Solitamente con i libri ho relazioni immediate: mi innamoro, resto indifferente o li odio… Questa volta, lo ammetto, dopo una rilettura ancora non ho capito se e quanto mi piaccia. Magari aspetto il vostro parere. Di sicuro non smetterò mai di provarci perchè…
“Ma era inutile lamentarsi, bisognava lottare. Se ti arrendi a quattordici anni, ti abituerai a farlo tutta la vita. Solo i pesci morti vanno con la corrente.”